..è la volta buona che non ci riesci. Stavolta parlo de “La bellezza del Somaro”. Vuole essere profondo, vuole farti sbellicare con battute che solo perché dette da bravi attori non ti irritano fino all’inverosimile, ma solo un po’. Storia surreale, intenzione di veicolare così i temi della noia, dell’evasione da un vita che non senti viva, del bisogno di attenzione, dell’incomunicabilità, della follia (ma chi è veramente pazzo) etc etc… Tutto ciò è stato raccontato meglio da molte altre pellicole, con poesie diverse che non richiedono un asino, un biberon, un quadro di vagina, un pitone e un non-attore-santone-vecchione. Non arriva nulla di particolare, e se arriva è scivolato sulla mia pelle come olio su acqua.
E allora American Beauty, e Il grande freddo, e Juno? Non lo so. Dicono che fa sbellicare dalle risate, pure.
Ci penserò sopra un secondo in più… no, l’esplosione di Castellitto riassumente la frustrazione del piccolo uomo accannato e il bisogno della piccola Lolita di ricevere uno schiaffo non hanno salvato minimamente il mio disagio nel vedere una pellicola che vorremme mandarmi disagio e non ci riesce.
Spero in Woody Allen.
Speranza mal riposta, ahimé. Almeno secondo me. Se ti va, ne parlo qui.
http://leragazze.wordpress.com/2011/01/06/incontrerai-luomo-dei-tuoi-sogni/
Vedi, è proprio quello che invece speravo potesse risollevarmi dall’indifferenza verso il film di Castellitto: in fondo è sempre Woody Allen no? Eppure, si potrebbe dire che in fondo è sempre Castellitto però. Non proprio male. Attendo di vedere l’ultimo Allen, e commenterò. Nel frattempo mi sono iscritto al vostro blog.