Genuta #41

lunedì, ottobre 12, 2009

genuta logoUltima puntata del mio romanzo d’appendice pubblicato sul mio sito andreaorlando.name. Siamo giunti alla conclusione, lapidaria, reclamata dai personaggi stessi. Genuta è nel cuore del bosco, nella tana del Male, e al suo cospetto. Ciò che è chiamata a decidere va al di là di ogni sua immaginazione, speranza ed orrore.

Sono soddisfatto, un po’ malinconico, ma soprattutto contento di aver portato a termine il progetto, che da troppo tempo pendeva tra i miei momenti liberi, chiedendo attenzione, e nuovi sviluppi della vita di colei che ho creato e cresciuto: la ragazza di ventiquattro anni che dodici anni prima ha assistito alla scomparsa dei suoi genitori e di suo fratello, la notte del suo dodicesimo compleanno, e che da qual momento ha vissuto in una prigione di aria e solitudine. La Genuta che a breve avrà un dominio tutto suo, che è uno dei miei alter-ego, mischiato nella pasta gustosa del mio amore per la scrittura, per l’evasione mentale, per la narrazione.  Sono passati più di due anni da quando ho cominciato, e sapere che questa storia potrebbe rimanere nella rete universale di internet potenzialmente per l’eternità mi dà una certa soddisfazione, a prescindere dalla qualità che attribuite al romanzo, dalla riuscita dell’esperimento delle puntate. Ho costruito qualcosa che ha preso vita, è andato avanti, ed ora vi saluta con una certa malizia, sapendo che qualunque cosa faremo, lui (il romanzo), sarà lì a godere dell’immortalità dello scripta manent, così…

vi ringrazio, vi chiedo di continuare a leggere (-mi), e a vedere film, che chissà che Spielberg non ne possa trarre uno da questo piccolo mio contributo all’arte. Spero presto di iniziare un’altro romanzo a puntata, e spero di sapere che cosa ne pensate. Spero di continuare a riuscire ad estraniarmi dal mondo per raccontarmi storie e a metterle per iscritto, e spero che la felicità non mia quantificabile né giudicabile, ma vivibile.

vi stimo

andrea

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Genuta #39

giovedì, giugno 4, 2009

genuta logoCari amici e fan, la risoluzione del mio romanzo d’appendice si avvicina: in questa nuova puntata un’improvvisa svolta contribuisce a chiudere gli eventi, nella tana del Male dove Genuta è riuscita ad entrare ad un prezzo altissimo, ritrovando…

i vostri occhi vi ringrazieranno. Vi stimo


incartapecorito

giovedì, Maggio 7, 2009

L’aggettivo, che quasi tutti usiamo ma che credo in pochi sappiamo da dove proviene, discende da cartapecora, la cui definizione riporto da “Garzanti linguistica”:

pelle di pecora, di capra o d’agnello conciata in modo da ottenere una membrana liscia e di colore chiaro che si usa per scriverci, rilegare libri ecc. | faccia di cartapecora, (fig.) incartapecorita, secca e grinzosa

Io non lo sapevo, e così lo condivido.


Nella nebbia

giovedì, giugno 19, 2008

Un uomo sui quaranta cammina con le mani affondate nelle tasche della giacca di pelle marrone. Il bavero alzato, il passo lento, la stanchezza che non sa se rinfoderarsi o strabordare. Alza gli occhi un momento, solo per vedere se avrebbe preso un palo della luce, e vede di fronte a sé una ragazza. Ogni suo contorno confuso nella nebbia, appare e scompare per poi riapparire, in quel fumo drammatico. Poi svolta a destra, dietro ad un palazzo. Il passo dell’uomo si velocizza, gli occhi diventano due fessure per cercare meglio di fendere il nemico che è ovunque. Svolta anche lui, ma di lei nessuna traccia. Corre, corre per un altro isolato, ma intorno a lui ora c’è solo la speranza che di dissolve nel velo corposo che avvolge tutto. Il petto ansima, la corsa defluisce. L’uomo riapre gli occhi, che lacrimano. Tira fuori la mano destra dalla tasca della giacca. Ha un foglio di giornale. Con una zona cerchiata di rosso. Legge con attenzione, una lacrima ci cade sopra e lo trapassa. L’uomo lo accartoccia spento, gira la testa a destra e a sinistra, e riprende a camminare, scomparendo nella nebbia.