Andrea: ovvero, sei maschio o femmina?

lunedì, giugno 16, 2008

 

Il 23 Novembre 2007 nasce a Rivalta, nel torinese, una bambina che i genitori decidono di chiamare Andrea, sapendo bene che, pur se in Italia si tratta di un nome maschile, ormai la globalizzazione, il melting pot, etc… hanno reso quantomeno il dubbio che il nome possa identificare anche una ragazza.

L’ufficiale di stato civile dell’anagrafe registra il nome ma è tenuto per legge a segnalare la questione alla Procura della Repubblica di Torino. Il sostituto procuratore Valerio Longi decide che non va bene, e ricorre al Tribunale per una rettifica del nome.

Il Tribunale di Torino però respinge il ricorso: il nome può andare.

Il paladino dei nomi Valerio Longi, che probabilmente alla nascita ha avuto forti traumi da domanda “sei maschio o femmina?” che i bambini spesso rivolgono ingenuamente senza immaginare di poter creare mostri dalla dubbia sfera identitaria, non ci sta. Inoltra allora un reclamo alla Corte d’Appello, che dovrà pronunciarsi il 26 Giugno. Per il “difensore dei giusti nomi” va bene anche che Andrea sia cambiato con l’aggiunta di “elementi onomastici che valgano ad individuare con certezza, nella persona cui è attribuito, il sesso femminile”.

Caro Valerio Longi, ma non c’hai un lavoro con cose più serie di cui occuparti?

Mi chiamo Andrea, sono perfettamente identificato ed identificabile, non gliene frega a nessuno che sulla carta io possa essere una donna, e se anche lo fossi non credo che sarebbe così catastrofico e addirittura, come hai indicato, di “interesse pubblico” che il mio nome non identifichi senza dubbio il mio sesso. Credo che l’Italia abbia problemi più seri a cui pensare…o no?

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vescovo vergognoso

sabato, giugno 7, 2008

Viterbo: due ragazzi di 25 anni decidono di sposarsi, e tanto è il loro amore e la loro determinazione che confermano la decisione anche dopo l’incidente che potrebbe aver paralizzato lui dalla vita in giù, per sempre.

Immaginiamo la sofferenza della coppia che decide, nonostante la durissima vita a cui sono destinati, di unirsi davanti a dio. Firmano una strana carta sulla consapevolezza dei rischi e delle difficoltà a cui andranno incontro, che il misero parroco della chiesa gli chiede, e cominciano a contare i giorni del Si.

Che non potrà avvenire, non davanti a dio.

Questo perché il vescovo Chiarinelli, portavoce delle prima e più grave forma di Ipocrisia del mondo umano, NEGA ALLA COPPIA IL PERMESSO PERCHE’ LUI POTREBBE NON ESSERE IN GRADO DI PROCREARE!!!!

Io non commento perché sfocerei immediatamente nella blasfemia, ma questo lucidato mondo di candele croci e costosi abiti bianchi mi fa schifo…ops ho commentato! Forse ho appena comprato il viaggio in discesa verso gli Inferi…classe economica.

 


geni d’uomo

mercoledì, Maggio 14, 2008

Un anno fa è stato realizzato il primo embrione umano geneticamente modificato.

E’ accaduto nell’università di Cornell, New York, per tracciare lo sviluppo di alcuni geni e capirne le eventuali mutazioni, ed il risultato è stato diffuso ad un congresso ma, chissà perchè, se ne parla solo ora, grazie alla Human Genetic Alert, un’associazione britannica di volontariato che tenta di limitare la possibilità di “lavorare” con materiale biologico umano.

L’embrione è stato distrutto dopo cinque giorni ma, in effetti, è tanto difficile credere che qualcuno, da qualche parte, proprio ora, stia coltivando bozzoli umani? Più che richiamare l’immagine di Matrix con l’allevamento di uomini, realisticamente credo che si sia già dentro la clonazione a piena definizione, con tutto ciò che comporta una rivelazione del genere. Un giorno incontreremo un uomo che salta a cento metri di altezza, che corre come una Jaguar, e non si stanca mai.

Superman, per me rimarrai sempre l’unico!


maroni alle frontiere…UE che ne dici?

domenica, Maggio 11, 2008

La ue sottolinea che la possibilità di sospendere il trattato di Schengen non è di così semplice attuazione. “Potrebbero volerci anche tre o quattro anni”, perchè non ci sono i casi straordinari che giustificano l’immediato bisogno di stop, a meno che l’emergenza immigrati non venga considerata un problema di sicurezza nazionale. Che sembra, sinceramente, un’esagerazione, visto che sotto tale etichetta si intende di solito il pericolo di azioni terroristiche. Insomma, detta così non sembra proprio percorribile una azione del genere, cioè bloccare le frontiere ai romeni così, da subito (che poi, in fondo, sappiamo tutti non essere i soli a cui si dovrebbe impedire il libero accesso, se proprio dobbiamo ragionare in termini restrittivi, ragionare ho detto, non dare sfogo alla rabbia, comunque legittima).

In alternativa il governo pensa di applicare al massimo grado la possibilità di espellere i cittadini comunitari, pensando sempre ai romeni, che una direttiva europea del 2004 permette di fare, pur non essendo mai stata applicata in Italia. Anche qui, con calma: le espulsioni si possono attuare non in massa, ma caso per caso e in seguito a condanne per reati gravi (questi non mancano, sono le condanne piuttosto che cerchiamo tutti…).

In conclusione: è inutile che ora in quattro e quattr’otto si cerchi di epurare il paese da presunti colpevoli di atrocità di ogni genere (quando sappiamo poi che, parlando nel dettaglio, non si tratta di soli romeni, e ricordiamoci ancora che ROM e ROMENI sono popolazioni molto diverse). Si doveva procedere per gradi. E non si diano colpe a sinistre o destre, i nostri governi sono stati in questo senso inabili da qualunque parte li si guardi. Forse ora si comincia a calpestare qualcuno di questi gradi, ma la strada è doverosamente intarsiata di processi. La colpa vergognosa delle mancate azioni è che tutti ora ce l’hanno con i romeni, tanto per innalzare un capro espiatorio.

Molti dati poi sostengono che la criminalità in Italia sia diminuita, mentre ad aumentare è stata la percezione di essa.

Vediamo se riuscite, voi governanti, a convincerci che si possa transitare per le stazioni senza la certezza che qualcosa di orrbile stia per accadere. Ma certo, voi i treni e trenini non li prendete…


immagini(amo)…

venerdì, Maggio 9, 2008

La Commissione mette a disposizione una rosa di 42 fotografie per rendere più shockanti i pacchetti di sigarette, e cercare in tal modo di dissuadere qualcun altro fumodipendente dalla schiavitù della nicotina. Ormai si sa, le scritte “Il fumo uccide” e simili non fanno più effetto a nessuno, anche perché ormai non le si vede neanche più, essendo parte del design del pacchetto. I nostri occhi si sono assuefatti ad esse come il nostro corpo alle sigarette. E le immagini sono di gran lunga più persuasive, più impattanti. Uno studio ne ha selezionate 14 tra le 42, le più funzionali per stimolare la paura, in riferimento alle diverse tipologie di fumatori: le donne reagiscono di più ad immagini di feto, gli uomini al pericolo di impotenza, i ragazzi alle immagini di danni estetici.

Lo studio è ora sul tavolo del ministro della Sanità francese, che potrebbe decidere di rendere obbligatorie le immagini.  

Il primo paese ad aver introdotto le immagini sui pacchetti è stato il Canada, poi il Brasile, l’India, l’Australia, il Belgio. In tutti questi paesi le immagini hanno funzionato ed i fumatori sono diminuiti. In autunno dovrebbe introdurle la Gran Bretagna, e ora vediamo la Francia.

L’Italia? Boh! Ha talmente tanti problemi che sembra logico non occuparsi della questione. Eppure io spero sempre che qualcuno si ricordi che ci sono altri modi per sentirsi apprezzati in un gruppo, per passare il tempo, e per fare qualcosa durante la pausa.

Non è tanto l’avere paura della morte (nelle sue varie declinazioni), quanto l’avere cura per la vita che dovrebbe far svuotare i polmoni di nuvole… 


Giornata della memoria delle vittime del terrorismo

venerdì, Maggio 9, 2008

Trent’anni fa da oggi veniva ritrovato nel cofano di una Renault 4 in Via Caetani a Roma il cadavere di Aldo Moro, presidente della DC, dopo 55 giorni di prigionia. La giornata diventa il simbolo per ricordare le tragedie delle vittime degli anni di piombo, con una cerimonia al Quirinale alla presenza di Napolitano insieme alle famiglie delle vittime.

Come dire, ricordiamoci sempre del male, perchè si possa trasformare, non diciamo in bene, quanto nella sempre auspicabile riflessione sulla natura degli uomini. E perchè il suolo su cui camminiamo ha molte macchie di cui spesso dimentichiamo la natura.


Gravina del destino

giovedì, Maggio 8, 2008

Giuseppe di Palma, 12 anni, è morto ieri a Gravina in Puglia, in provincia di Bari. Ha scavalcato un cancello ed è stato travolto da una statua di gesso a cui si è aggrappato, che gli è caduta addosso.

Di nuovo Gravina, di nuovo una tragedia.

Ora mi domando: è un caso che una notizia come questa, tragica nella misura in cui lo sono le decine di situazioni di questo genere, parlando del territorio italiano, venga rivestita di attenzione mediatica, oppure, per il fenomeno del “cavalca la scia della notizia bomba finchè esaurisce interesse”, c’entra qualcosa che sia accaduta proprio nella Gravina degli orrori, dove la curiosità giallo/macabra degli spettatori ha portato così tanto share alle reti nazionali?


Bir…mania di novità

mercoledì, Maggio 7, 2008

Continua la tragedia della Birmania, colpita da una tempesta tropicale nella notte tra Venerdì e Sabato sulle coste meridionali del paese con raffiche di vento fino a 240 chilometri orari. Il ciclone ha spazzato via interi villaggi, ha interrotto molte strade e ha lasciato senza energia elettrica cinque regioni, nelle quali è stato dichiarato lo stato di calamità naturale.

Ne parla repubblica, qui in Italia ne è giunta notizia, ma come accade spesso sembra che ci sia un’assuefazione a resoconti che provengano da paesi o che trattano argomenti di recente nell’occhio delle nostre fonti giornalistiche. Di conseguenza una minimizzazione della catastrofe trasuda dalla pagine informative, soprattutto in relazione al fatto che la Birmania è stata al centro delle nostre cronache estere per le recenti proteste dei monaci al regime militare. Così, i cosiddetti gate-keepers delle varie redazioni, tentono a derubricare la questione. Agli Italiani, d’altronde, interessa più il nuovo governo alla vigilia dell’incarico e del giuramento, no?

E chi se ne frega se forse 50mila persone sono morte e oltre 5000 km quadrati del delta del fiume birmano Irrawaddy sono ancora sott’acqua, lasciando un milione di persone senza casa, e peraltro con un regime che ha a mala pena concesso gli aiuti internazionali, ma non ancora i visti per i lavoratori umanitari stranieri. 

Numeri troppo grandi per essere menzionati dalla prime pagine dei quotidiani…