Intelligente l’idea del nome, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, dunque MAXXI. Ho avuto poco tempo ma è stato stuzzicante: mostra sullo Spazio, fotografie del cantiere dell’edificio del MAXXI, progettato da Zaha Hadid, e visione sul pensiero e l’opera di Pier Luigi Nervi.
In effetti ciò che colpisce di più è quasi l’edificio, un labirinto accogliete e con percorsi che si possono scegliere o che scelgono te, ma senza una definizione precisa. Lo Spazio come contenitore e contenuto, soggetto ed oggetto, paradigma individuale, sociale, mentale, sensoriale, insomma in tutte le forme e le provocazioni. Una mostra discreta, da gustare, ma non da ricordare con particolare accento, secondo un totale ignorante come me. Suggestiva nei limiti, pochi ricordi sconcertanti, ma l’importante in questi casi è che le immagini delle opere ti entrano nella retina, perché nell’infinito ritorno di tutto hai arricchito la tua anima di un nuovo punto vdi vista, e quando meno te l’aspetti una di quelle opere tornerà fuori da me e mi regalerà un link inaspettato e gustoso, magari comprendendo meglio qualcosa d’altro. A questo servono le mostre, a questo servono gli spazi d’esposizione, a regalarti la tua interiorità, o meglio, a darle schiaffi d’ombra e parole. Per sentire di più, tramite il fuori, cosa hai dentro.