Prima di andare a vedere Denti (se vi state chiedendo “perché dovremmo?” la risposta è: “perché ve lo consiglio”) dovete tenere presente che si parla di un mito, quello della vagina dentata. A dispetto dell’effetto di disgusto e di tabù che ogni argomento che tocchi il sesso richiama (purtroppo, perché dobbiamo smetterla di credere che il sesso è roba da maniaci o da impuri, essendo la prima e più grande manifestazione di vita che esista) questo è un mito che, sebbene poco conosciuto, affonda le sue radici in contesti di tempo e si spazio molto vari, come il medioevo, l’America nord-occidentale, l’Asia sud-orientale.
Anche se associata alla paura della castrazione di Freud, lo psichiatra non ne fece menzione, dal momento in cui è la vagina in sé che provoca il timore della castrazione perché denota l’assenza del pene. Qui il mito, che senza troppi sforzi psicanalitici corrisponde alla paura del sesso da parte del maschio predominante, porta la fanciulla protagonista, fervida sostenitrice della purezza e ferrea seguace del niente sesso prima del matrimonio (un’ironica maglietta che indossa recita: attenzione: il sesso cambia tutto) a prendere drammaticamente coscienza della sua potenza in un mondo di usurpatori (e stupratori).
Né horror né commedia, la sottile ironia che passa come una vena nell’atroce scoperta della ragazza accarezza il buon vecchio motto dei supereroi: se hai un potere sei destinato a rimanere solo. Qui il percorso è al contrario: la vita rende Dawn sola al mondo, ma come contrappunto le regala un potere che ribalta l’atavico “come va il mondo”. Se Eva trascina Adamo nel peccato, e per questo è destinata a sottostare al suo dominio, mantenuto dalla possibilità che la sua carne sia violentata ogni volta che Adamo ne ha voglia, nella modernità, nell’incredibile mutazione di una giovane puritana, sta la rivincita del sesso (ex) debole.
Accanto al tema del ribaltamento di prospettiva a seguito di un incidente, uno dei più classici nel cinema (qui reso affascinante dalla caduta di un angelo), si mette in scena in Denti un mito che ogni giorno di più servirebbe ad equilibrare un mondo in cui le donne continuano ad essere le vittime di una brutalità che, se ancora ce ne fosse bisogno, denota una infinita debolezza in più dell’uomo nei confronti della donna, ma che purtroppo continua a provocare dolore per la semplice conformazione e predominanza fisica.
Un pene in meno ad ogni stupro sarebbe un ottimo modo per far quadrare i conti.